mercoledì 1 giugno 2016

Hotel Pensione Gran Fonte dell’Alpe

Culla di una fiorente società liberty della prima metà del ’900, adesso l’ “Hotel Fonte dell’Alpe” si trova in stato di completo abbandono: dalle foto è evidente la presenza delle transenne arancioni che delimitano la pericolosità dell’edificio.
Nato nel 1700 come casa colonica con annessi due mulini, fu edificata in quel preciso punto perché vi è la sorgente che dà frutto al Torrente Ensa ed è vicina al Passo della Colla di Casaglia, lungo la statale faentina tra Marradi e Borgo San Lorenzo. Essa fu possedimento dei monaci di Razzuolo, località a sei chilometri, per poi essere venduta ad una nobile e facoltosa famiglia di Ronta.
Divenne hotel solo nel 1914, divenendo meta di facoltose famiglie mugellane che qui venivano a respirare aria buona, per poi essere usato come punto d’appoggio per gli escursionisti, visto che l’altezza del luogo è di circa 800 metri s.l.m. Questo è anche un ottimo punto di partenza per passeggiate sui monti dell’Appennino.
Ricordo che quando ero molto piccolo l’hotel era ancora aperto e molti avventori sostavano sotto il gazebo in stile liberty in pietra di fronte all’hotel, nonché le file delle auto ferme a prendere l’acqua alla fonte a pochi metri e, magari, fermarsi per un dolcetto, un caffé o comprare le sigarette, dato che qui si vendevano anche sali e tabacchi.
L’albergo ormai è chiuso da più di 10 anni ed in questo periodo vi sono state alcune proposte di recupero, senza però vedersi realizzate.
In attesa che qualche imprenditore decida di investirci, sarebbe almeno plausibile che le autorità competenti mettessero in sicurezza l’edificio, che inizia a sgretolarsi pian piano.
Le foto del reportage:
Foto 1-5: le condizioni dell’Hotel Gran Fonte dell’Alpe;
Foto 6: il gazebo in pietra in stile liberty.

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